Partiamo da un presupposto di base: l’olio vegetale (ed il burro ovviamente) non ha una funzione idratante semplicemente perché non contiene acqua.
Precisamente, l’olio serve a mantenere l’idratazione se utilizzato come leave-in e ad apportare nutrimento ai capelli se utilizzato come impacco, purchè lo si faccia a capelli umidi.
Utilizzato come leave-in, l’olio ha la funzione principale di trattenere l’idratazione apportata al capello da agenti idratanti, soprattutto su capelli molto porosi, che tendono a perdere umidità.
Peraltro, occorre prestare attenzione ad utilizzarlo come leave-in, perché potrebbe seccare i capelli, se sono tendenti al secco, oppure al contrario appesantirli eccessivamente.
Per ovviare a questo inconveniente, esistono alcune soluzioni a nostra disposizione:
- utilizzare il coco capryate o coco silicone, che si trova sui siti di materie prime cosmetiche e di alcune marche bio (ad esempio La saponaria e Alkemilla).
Nello specifico, si tratta di un estratto dell’olio di cocco, simil silicone ma di origine naturale che può essere utilizzato al pari dei famosi cristalli liquidi, anche semplicemente miscelato al momento sul palmo delle mani con altro leave-in o gel (aloe, semi), da utilizzare in dosi omeopatiche perchè altrimenti rischia di ungere.
- utilizzare il metodo LOC, altamente consigliato per i capelli porosi, che tendono a trattenere umidità, ossia un sistema di asciugatura dei capelli che si basa sull’applicazione consequenziale di una componente acquosa, una oleosa che agisce da sigillante ed una in crema senza risciacquo, ovviamente da applicare su capelli umidi
- utilizzare una miscela composta sia da una componente acquosa che da una oleosa, esempio lampante il famoso olio lucidante di Biofficina Toscana, che è appunto un bifasico, ovviamente è anche possibile spignattare una miscela del genere utilizzando ad esempio gel aloe o semi lino, olio leggero e cosgard.
Diversamente, sotto forma di impacco, l’olio apporta nutrimento (e non idratazione), o più precisamente consente di reintegrare la componente lipidica presente sul capello.
Studiando la filologia del capello, abbiamo infatti visto come nella struttura capillare non siano presenti molecole grasse se non in minima percentuale e soprattutto come il grasso venga in realtà fornito prevalentemente dal sebo presente sulla cute, che si espande fino alle lunghezze, svolgendo una funzione protettiva dagli agenti atmosferici ed anti-disidratante (in sostanza agendo da filmante).
Peraltro, in presenza di capelli tendenzialmente secchi, soprattutto se poco porosi (caratteristica particolarmente presente nei ricci non afro, ma non solo), il consiglio è in linea generale quello di utilizzare innanzitutto ingredienti idratanti, che sono fondamentali, e solo in seconda battuta, se non bastasse, anche ingredienti nutrienti, e soprattutto di non abusare di olio, perché il suo utilizzo su capelli secchi rischia di sottrarre acqua alle fibre capillari, peggiorando la situazione.
Quanto all’applicazione degli impacchi a base oleosa, il consiglio valido per tutte le tipologie di capelli, è sempre quello di applicarlo su capelli umidi, o per lo meno questa è la scuola di pensiero più accreditata, suggerita da Zago.
Ovviamente, stiamo parlando di indicazioni di carattere generale, da verificare caso per caso perché i capelli sono diversi da persona a persona e reagiscono diversamente ai trattamenti, discorso valido anche a proposito della preferenza, spesso riscontrata da molte persone, dei burri rispetto agli oli proprio perché saturi.
La motivazione di tale scelta dipende dal fatto che sui capelli bagnati (o almeno umidi) l’acqua funge da barriera ed assicura che l’azione solvente di certi oli (caratteristica prevalentemente presente in quelli insaturi e quindi non nel cocco che è invece saturo) non sciolga il sebo già presente sul capello, incentivando maggior secchezza nel lungo periodo.
Più precisamente, in presenza di capelli poveri di lipidi, che necessitano quindi di nutrimento, si suggerisce di applicare l’olio (e il burro) sempre su capelli umidi, perché l’acqua presente, pur agendo da “barriera”, permette anche di regolare la quantità di lipidi che il capello va ad assumere.
Ma perchè?
Immaginate l’olio insaturo come una formica a mani vuote…va in cerca di cibo e va ad arraffare e portare a casa tutto quello che trova!
Quindi sulla tua testa acchiapperà tutto il sebo che può arraffare e quando la laverai via ti avrà portato via tutto il sebo.
Immaginate invece il grasso saturo come una formica talmente piena di roba che si perde pezzi per strada.
Quella quando la metti in testa non solo non riuscirà a prendere nulla dalla tua cute e dai tuoi capelli ma ti lascerà pure qualche regalino in testa 😀
Quindi vuoi sgrassare perchè hai capelli e cute grassa? Prendi la formica povera a man vuote(oli insaturi quindi NON SATURI perciò a mani vuote)
Vuoi che la formica ti lasci qualcosa ? Prendi la formica ricca piena di regali (oli saturi e burri quindi saturi hanno talmente tanta roba che la mollano per strada)
Ma come riconosco gli oli insaturi dai saturi e burri?
Gi oli insaturi sono liquidi, gli oli saturi e i burri sono solidi come cocco e karitè.
Il precedente discorso vale solo per gli impacchi pre shampo: è normale che se si applica una sostanza grassa e non la si lava via, quella resta lì quindi non sgrassa; se la si applica a capelli umidi farà un film che non permetterà all’acqua di evaporare e quindi manterrà il capello idratato.
Va da sé, che maggiore è il potere solvente dell’olio utilizzato e peggiore sarà l’effetto dell’applicazione su capelli tendenzialmente secchi (azione che invece è particolarmente gradita ai capelli grassi), soprattutto in caso di utilizzo di grassi polinsaturi, che vanno a sgrassare eccessivamente le fibre capillari.
Da rilevare che la maggior parte degli oli sono insaturi ossia, avendo doppi o tripli legami tra atomi di carbonio, tendono ad addizionare altri atomi o gruppi atomici, e tale loro caratteristica ne aumenta il potere solvente.
Ciò non esclude che ci siano oli saputi o praticamente saturi come il cocco, non a caso è uno dei pochi oli che si potrebbe in linea teorica utilizzare su capelli asciutti, ma vale sempre il consiglio, in caso di capelli secchi, di applicare su capelli almeno umidi.
Per contro, i burri vegetali sono grassi molto più saturi, in generale, rispetto agli oli e questa loro caratteristica li rende generalmente più apprezzabili da tutte le tipologie di capelli.
Detto questo, è bene ribadire che non esiste una regola generale buona per tutti, l’effetto dell’applicazione di oli e/o burri sui capelli dipende da tanti fattori:
- tipo di grasso utilizzato (saturo, insaturo, polinsaturo),
- tipologia di capello (grado di secchezza, tipologia morfologica, porosità…),
- livello di sporco,
- tempi di posa, ect.
Logicamente, questo discorso vale anche e soprattutto in relazione all’obiettivo che ci si prefigge di raggiungere utilizzando sostanze grasse sui capelli.
Infatti, qualora si desiderasse nutrire la chioma, il consiglio generale è di utilizzare grassi saturi perché aventi un ridotto potere solvente, quindi oli saturi come il cocco e burri vegetali.
Per contro, se si desiderasse sgrassare i capelli in base al principio che grasso lava grasso, il consiglio generale è quello di privilegiare grassi insaturi, perché aventi maggior potere solvente, quindi tutti gli oli ad eccezione del cocco, da applicare su capelli asciutti.
Resta ferma invece la regola generale, da rispettare sempre, di effettuare impacchi a base di oli e burri sotto forma di impacco esclusivamente pre shampoo.
Questo perché lo scopo del lavaggio è quello di lavare via il grasso presente naturalmente sui capelli od apportato dall’impacco e ciò avviene grazie ai tensioattivi contenuti nel balsamo e nello shampoo, quindi applicare oli e burri successivamente al lavaggio non avrebbe senso e soprattutto sarebbe impossibile sciacquarli con sola acqua.
Validissimo, invece, in caso di impacco di oli e/o burri il consiglio di effettuare il cosiddetto Reverse shampoo, ossia di applicare prima il balsamo e successivamente, dopo aver sciacquato, lo shampoo rigorosamente diluito al momento.
E se, come a volte capita, i capelli dovessero rimanere secchi, a parte applicare una maschera idratante al momento per ovviare all’inconveniente, ciò potrebbe essere il segnale che i vostri capelli in realtà non necessitano di oli e che quindi è inutile utilizzarli, anzi si rivela persino controproducente.
Tra l’altro, statisticamente ciò si verifica per lo più in caso di capelli ricci europei, che generalmente sono afflitti da secchezza ma sono poco porosi e necessitano di tanta idratazione, mentre reagiscono abbastanza male agli impacchi oleosi.
E per finire, qualche informazione tecnica sugli oli e burri.
Oli vegetali: si tratta di esteri della glicerina con acidi grassi prevalentemente insaturi, liquidi a temperatura ambiente.
Gli oli vegetali possono essere classificati in base alla loro fluidità alle basse temperature e si presentano essenzialmente come grassi monoinsaturi, con tendenza ad essere liquidi a temperatura ambiente ed a solidificare alle basse temperature del frigorifero (esempio tipico l’olio di oliva), e come grassi polinsaturi, con tendenza a rimanere sempre liquidi anche alle basse temperature (es. l’olio di Borragine, Lino ecc.).
Tra i più utilizzati in cosmetica troviamo l’olio d’oliva, di germe di grano, di riso, di girasole, di avocado, di macadamia, di mandorle dolci, di argan, di cocco.
Gli oli caratterizzati da un certo grado di insaturazione, come i polinsaturi, hanno il vantaggio di essere più mobili e penetranti e di non lasciare tracce di untuosità sulla pelle, mentre per contro sui capelli tendono ad esercitare una evidente azione solvente.
I burri vegetali: sono esteri della glicerina con acidi grassi per lo più saturi che si presentano pastosi a temperatura ambiente con un punto di fusione non superiore a 50°C.
I più diffusi in cosmetica sono il burro di karitè ed il burro di cacao.
Sono caratterizzati da un basso livello di insaturazione e pertanto sui capelli tendono ad esercitare un ridotto potere solvente, sono pertanto la soluzione ideale per impacchi nutrienti.
In buona sostanza, gli acidi grassi saturi e insaturi si ritrovano sia negli oli che nei burri, ma nei primi predominano gli insaturi, mentre nei secondi i saturi.
Info tecniche di riferimento su PromisedLand.
10 Replies to “Olio e/o burro sui capelli: pro e contro”