PPD e le ammine aromatiche

Di PPD avevamo parlato brevemente a proposito degli ingredienti da evitare nei prodotti cosmetici.

Dopo lo scandalo Kamala (che sembrerebbe contenere un colorante chimico non ben identificato, ma siamo ancora in attesa di ulteriori conferme da parte dei laboratori che lo stanno analizzando), diventa opportuno sviscerare meglio la questione della PPD visto che questa sostanza, oltre che nelle tinte chimiche, può essere presente negli hennè di scarsa qualità, in particolar modo se etnici, senza essere dichiarata nell’INCI.

Da un punto di vista chimico, la para-fenilediamina (PFD o PPD), e relativo tetracloridato, è una sostanza d’origine sintetica appartenente alla famiglia delle ammine aromatiche.

A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco-grigio dall’odore ammoniacale. È una sostanza che può dare allergia da contatto (prurito, rossore) a chi ne è ipersensibile; si scioglie bene nei solventi organici e parzialmente in acqua, a cui impartisce una reazione basica, il pH  di una sua soluzione satura in acqua è circa 9,0. Nella sintesi organica, è un intermedio per la produzione di numerosi composti. Trova impiego come agente scurente delle tinture per capelli (fonte Wikipedia).

Più genericamente, le ammine aromatiche sono derivati dell’ammoniaca, in cui uno o più atomi di idrogeno sono stati sostituiti con gruppi alchilici o arilici. Il simbolo generale per una ammina è NR3 dove R rappresenta gruppi alchilici o arilici o atomi di idrogeno. Il capostipite della famiglia delle ammine aromatiche è l’anilina, un’ammina primaria la cui struttura è quella di un benzene, in cui un atomo di idrogeno è stato sostituito da un gruppo NH2. A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall’odore tipico delle ammine (pesce marcio).

Ciò premesso, la PPD e le ammine le troviamo citate nella normativa europea – Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 – sui prodotti cosmetici che all’Allegato III “Elenco delle sostanze il cui uso è vietato nei prodotti cosmetici, salvo entro determinati limiti” per la Categoria “Coloranti di ossidazione per tinture per capelli” recita quanto segue:

Punto 8: Derivati per sostituzione dell’azoto della p-fenilendiammina e loro sali; derivati per sostituzione dell’azoto dell’o-fenilendiammina ( 1 ), ad eccezione dei derivati che figurano altrove nel presente allegato e ai numeri d’ordine 1309, 1311, e 1312 dell’allegato II.

Restrizioni:

  1. a) Uso generale:
  2. a) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. « I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene diamminobenzeni Da non usare per tingere ciglia e sopracciglia»
  1. b) Uso professionale Per a) e b): Se mescolata in condizioni di ossidazione la concentrazione massima applicata ai capelli non deve superare il 3% calcolato in base libera.
  2. b) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. «Solo per uso professionale I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene diamminobenzeni Portare guanti adeguati»

Punto 8: p-fenilendiammina e suoi Sali. Denominazione comune nel glossario degli ingredienti (INCI): p-Phenylenediamine; p-Phenylenediamine HCl; p-Phenylenediamine Sulphate.

Restrizioni:

  1. a) Uso generale
  2. a) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. « I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.
  • Non tingere i capelli:
  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene diamminobenzeni Da non usare per tingere ciglia e sopracciglia.»
  1. b) Uso professionale Per a) e b): Se mescolata in condizioni di ossidazione la concentrazione massima applicata ai capelli non deve superare il 2% calcolato in base libera.
  2. b) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. «Solo per uso professionale. I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene diamminobenzeni Portare guanti adeguati.»

Punto 9: Metilfenilendiammine, loro derivati per sostituzione dell’azoto e loro sali ( 1 ) ad eccezione delle sostanze di cui al numero d’ordine 9 bis nel presente allegato e delle sostanze di cui ai numeri d’ordine 364, 1310 e 1313 nell’allegato II.

Restrizioni:

  1. a) Uso generale
  2. a) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. « I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene fenilendiammine (diamminotolueni) Da non usare per tingere ciglia e sopracciglia.»
  1. b) Uso professionale Per a) e b): Se mescolata in condizioni di ossidazione la concentrazione massima applicata ai capelli non deve superare il 5% calcolato in base libera.
  2. b) Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. «Solo per uso professionale. I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero. Contiene fenilendiammine (diamminotolueni) Portare guanti adeguati.»

Punto 239: Idrossipropil-bis-(N- idrossietil-p-fenilendiammina) e suo tetracloridrato. Denominazione comune nel glossario degli ingredienti (INCI): Hydroxypropyl bis(N-hydroxyethyl-p-phenylenediamine) HCl.

Restrizioni:

Dopo miscelazione in condizioni di ossidazione, la concentrazione massima applicata sui capelli non deve superare lo 0,4% (come tetracloridrato)

Da stampare sull’etichetta: rapporto di miscelazione. « I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia.

Non tingere i capelli:

  • in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato,
  • se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli,
  • se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero.»

In parole povere, la PPD (e le ammine aromatiche sopra descritte) è da considerarsi una sostanza fortemente allergizzante e sensibilizzante, nociva per l’ambiente, nonché sospettata di essere cancerogena, e per questo motivo iscritta nel Registro Ministeriale delle sostanze pericolose e nocive.

Tuttavia, ad oggi, come sopra riportato, e diciamo tranquillamente purtroppo, non è stato imposto nessun divieto assoluto, ma a scopo “precauzionale” la Commissione UE si è limitata a ridurre le concentrazioni massime autorizzate, una sorta di compromesso storico giustificato dal fatto che questo tipo di sostanze chimiche sono ritenute insostituibili nelle colorazioni di tipo permanente o ossidative.

Va da sé, ovviamente, che maggiore è il quantitativo utilizzato e maggiore è la possibilità di andare incontro ad allergia e sensibilizzazione, di diversa gravità, dal semplice rossore, pizzicore, irritazione, bruciore alle ben più gravi difficoltà respiratorie e shock anafilattico, per fortuna in casi rari.

Non a caso, fermo restando la presenza di allergie individuali purtroppo sempre possibili anche ad una esposizione minima, sono molti gli episodi di reazione allergica (non solo da contatto purtroppo) a questa sostanza dovuti alla sovraesposizione, sia per i parrucchieri sia per le clienti che usano tinte chimiche che la contengono.

Una conferma importante arriva da uno studio del St John’s Institute of Dermatology e del St Thomas’ Hospital di Londra, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “British Medical Journal“: la parafenilediammina (PPD) ed altri composti chimici appartenenti alla famiglia delle ammine aromatiche sono i reagenti più utilizzati nelle tinture permanenti per capelli e sono anche causa di allergie sempre più frequenti fra la platea di consumatori, in costante crescita, che ricorrono ai prodotti che le contengono per tingere i propri capelli.

Parimenti, il sito Farmacovigilanza afferma quanto segue: “Il reagente comune più attivo, contenuto nelle tinture per capelli, è la para-fenilendiammina (PPD), che si ritiene sia anche uno dei più potenti allergeni da contatto, sia in base a quanto valutato in studi sperimentali eseguiti su animali da laboratorio sia in base all’esperienza clinica (1, 2). La reazione più comune ad una tintura, contenente PPD, è l’ipersensibilità ritardata, ma sono state osservate anche reazioni di ipersensibilità immediata ed anafilassi sistemica, che può risultare mortale (3–6). I soggetti sensibili a questo tipo di allergene sono principalmente parrucchieri e donne (raramente uomini), in quanto vengono più facilmente a contatto con tinture per capelli (7, 8). Un altro gruppo di pazienti a rischio è rappresentato da arabi che sono soliti tingere la barba con questi prodotti (9). Recentemente, un numero crescente di casi di allergia da contatto a tatuaggi all’Hennè, contraffatti con la PPD, che hanno colpito anche molti bambini, ha permesso di porre l’attenzione su questo allergene come già più volte riportato nel sito (10-14).”

Come anticipato in apertura, di fatto, il problema PPD non riguarda solo le tinte chimiche, come si potrebbe pensare, ma anche il cosiddetto BLACK HENNA, ossia quello che viene spacciato come hennè nero e che spesso è utilizzato per i tatoo in contesti non controllati, tipo la spiaggia.

Lo spiega bene questo estratto del sito Farmacovigilanza: “Come già apparso su questo sito la para-fenilendiammina (PPD), che è frequentemente aggiunta nelle miscele per tatuaggio all’hennè per ridurre il tempo di applicazione e rendere più scuro il tatuaggio, è nota per essere un potente sensibilizzante. E’ questo il motivo per cui spesso chi fa un tatuaggio all’hennè ha reazioni allergiche, perché l’henné, di per sé, ha un basso potere allergizzante. Infatti gran parte dei casi di dermatiti da contatto seguenti all’applicazione di tatuaggi all’hennè sono dovuti all’allergia alla PPD. Riportiamo un interessante commento relativo ad uno studio realizzato da Ho et al. (1) e pubblicato su Contact Dermatitis (2005;53:238) che si è occupato di verificare l’insorgenza di reazioni avverse dovute all’utilizzo di tatuaggi all’hennè caratterizzati da una concentrazione più bassa di PPD rispetto a quella normalmente utilizzata (1. %). Su 58 casi di dermatite da contatto verificatasi in seguito all’uso di tatuaggi all’hennè, 42 erano stati sottoposti a patch test e l’83% (35) aveva mostrato positività alla PPD. Gli altri pazienti erano risultati positivi oltre che alla PPD anche all’henné, a coloranti azoici e a miscele di fragranze. In generale i pazienti che presentano dermatite da contatto in seguito all’applicazione di un tatuaggio all’henné sono sottoposti a patch test alla PPD e ne può conseguire un rischio di sensibilizzazione attiva (2), iperpigmentazione post-infiammatoria e sensibilizzazione anche agli altri allergeni (PABA, solfonamidi e benzocaina). Quindi proprio a causa delle gravi potenziali reazioni seguenti a test cutanei alla PPD, in pazienti sensibilizzati da tatuaggi all’hennè, non sembra ragionevole, secondo gli autori, eseguire tali test. I pazienti dovrebbero essere avvisati che potrebbero essere allergici alla PPD, e qualora fosse necessaria una conferma, andrebbe effettuata come suggerito da Ho et al. una verifica utilizzando patch test con concentrazioni inferiori di PPD”.

Il problema si pone soprattutto perché, seppur non dichiarata, la PPD è spesso utilizzata in miscele di Indigo di scarsa qualità, in particolar modo in quelli etnici sui quali il controllo degli ingredienti sembra sfuggire alla normativa europea.

Il consiglio è di privilegiare marche certificate di indigo, come khadi, Janas, Tea Natura e Phitofilos per l’applicazione sui capelli.

Attenzione anche alla zona d’ombra che sono i cosiddetti tatuaggi temporanei da spiaggia o da strada (effettuati quindi in ambienti privi di controllo), spesso vengono utilizzate miscele con concentrazioni di Ppd al 10-15% e, in alcuni casi, addirittura del 35%. Ed è evidente che a simili concentrazioni aumenta sensibilmente il rischio di comparsa di reazioni allergiche.

I principali problemi allergici che possono insorgere con questo tipo di tatuaggio sono:

  • la dermatite allergica da contatto, che si può verificare sia dopo poche ore dall’applicazione che dopo 5-6 giorni o dopo qualche settimana, sotto forma di arrossamento, edema, infiammazione, forte bruciore, prurito ed anche vescicole che permangono per parecchio tempo (anche dopo che il tatuaggio è svanito),
  • shock anafilattico (nei casi più gravi), che si verifica con un abbassamento della pressione, gonfiore della laringe, senso di soffocamento e difficoltà respiratorie. E purtroppo può avere esito letale se non si interviene subito a livello farmacologico (in PS ovviamente),
  • fenomeni di sensibilizzazione permanente ad alcune sostanze chimiche, per cui in futuro ogni volta che l’organismo entrerà in contatto con la medesima sostanza si manifesterà un’allergia,
  • comparsa di reazioni allergiche crociate, con manifestarsi di allergia ad un gruppo di sostanze simili o imparentate con la Ppd.

Per evitare di incorrere in questi rischi, valgono delle semplici regole di buon senso:

  • evitare l’acquisto di kit online (tipo ebay) che spesso sono venduti senza alcun controllo,
  • evitare i tatuaggi “in spiaggia” fatti da tatuatori improvvisati che spesso utilizzano materiali scadenti,
  • verificare che l’impasto per il tatuaggio sia a base di hennè naturale e quindi abbia un colorito arancio- marrone e non nero,
  • verificare sempre l’INCI, non fidandosi laddove non sia completo,
  • vitare di farsi tatuare in zone molto sensibili come le mucose,
  • evitare di tatuare due volte la stessa zona perchè è più facile che si verifichi una sensibilizzazione,

Non mancano, infine, gli studi che dimostrano una correlazione tra lo sviluppo tumorale e l’utilizzo di tinte per capelli permanenti contenenti anche PPD (ma il discorso si potrebbe estendere a hennè addizionato con PPD).

Un breve estratto dall’International Journal of Cancer: Nel 2001, l’International Journal of Cancer pubblicò uno studio condotto a Los Angeles dal titolo ‘Use of Permanent Hair Dyes and Bladder Cancer Risk’ che partiva dall’esame di 1514 casi di donne colpite da tumore alla vescica per scoprire che ben 897 casi riguardavano donne che avevano fatto uso di tinture coloranti permanenti per i capelli.

Una seconda ricerca fu pubblicata nel gennaio del 2004 su “American Journal of Epidemiology” a seguito di una indagine compiuta da un gruppo di ricercatori della Università di Yale tra il 1996 e il 2002. Tale ricerca ha preso in esame un campione di 1300 donne residente nello Stato del Connecticut, mostrando come coloro che avevano cominciato a tingersi i capelli prima del 1980 hanno corso un rischio di contrarre il linfoma non Hodgkin del 40% superiore alla media.

Di diverso avviso la BFR tedesca sull’utilizzo delle tinte: “Dopo le osservazioni preoccupante epidemiologica su un possibile legame tra l’insorgenza del cancro della vescica e l’uso di tinture per capelli negli Stati Uniti, l’UE ha avviato un programma di larga base, da un lato, la promozione di studi epidemiologici in Europa per l’obiettivo. In secondo luogo, l’industria è stata invitata a contribuire attraverso la ricerca di chiarire i processi chimici coinvolti nella ossidazione per capelli colorazione al fine di trarre implicazioni per l’analisi della sicurezza. Per sviluppare un positivo materiali tossici delle tinture per capelli, è stato necessario per creare l’industria fascicoli scientificamente significative sulla valutazione della sicurezza delle tinture per capelli in commercio in Europa. E saranno valutate da un comitato scientifico indipendente. Inoltre, in questo caso è stato il numero di sostanze utilizzate notevolmente ridotto.

La valutazione del corpo di evidenze epidemiologiche di un possibile legame tra cancro e Haarfärbemittelgebrauch non è uniforme. Molti esperti pensano che i dati non sono sufficienti a trarre un chiaro rapporto statistico. Per i consumatori non c’è il rischio di cancro da tinture per capelli, perché le sostanze incriminata sono già vietate da tempo.”

Nel dubbio, meglio evitare.